E chi lo sapeva che esistessero ancora i rosoli?
io l'ho scoperto grazie ad una giornalista di Milano che si è trasferita qui in Puglia, quasi vicino a casa mia che in una sera d'estate, a cena, ce l'ha offerto. Buono, profumato e ghiacciato.
Un sorso e via sono piombata indietro nel tempo, nel salotto di mia nonna, con ospiti intorno, la tovaglietta ricamata a punto croce e questi bicchierini con un liquore rosso e profumato, vietato a noi bambini. Poi quando sono diventata grandicella, ho avuto il permesso di scolare l'ultima goccia dal bicchiere di mamma e ho capito il perchè di questo rito magico. Era proprio una cosa buonissima da offrire all'ospite in segno di benvenuto.
Questi piccoli gesti, che vengono dal passato, ricchi di significato, preziosi per le regole che governavano le case, le famiglie, i rapporti sociali, mi hanno sempre affascinato. E ora sempre più. Ora che abbiamo bisogno sempre più di riscoprire il valore delle cose e degli incontri. E soprattutto di guardarci intorno e vedere quanto la natura ci offra spontaneamente e senza pagare.
Queste bacche sono frequentissime sulle nostre strade, nei nostri campi e io che pensavo fossero solo bacche spinose e velenose. E invece nel suo cuore e in una ricetta semplice che ti chiede solo di avere pazienza, mi ha fatto scoprire un piccolo prezioso dono.
Ora vi metto la foto dei frutti e la ricetta per preparare il liquore. Periodo di raccolta ottobre novembre.
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Il prugnolino
• 1 litro di alcool a 95°
• 1 litro di vino bianco (io chardonnay)
• 700 grammi di zucchero
• 1 kg di bacche
• 1 recipiente a chiusura ermetica
Raccolte le bacche si lavano sotto acqua corrente e si mettono ad asciugare.
Far macerare con l'alcool per 40 giorni provvedendo a mescolarle ogni 4 giorni circa.
Passati i 40 giorni si fa sciogliere lo zucchero nel vino bianco e si fa sobbollire finchè si addensa leggermente fino a diventare uno sciroppo profumato.
Si fa raffreddare e si unisce all'alcool e alle bacche, mescolando il tutto.
Si fa nuovamente riposare per 10 giorni.
Alla fine si filtra e s’imbottiglia.
Alcune ricette consigliano di lasciare imbottigliato il prugnolino per almeno 6 mesi prima di consumarlo, ma noi l'abbiamo assaggiato già dopo un mese.
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