- Giorno 5 -
Abbiamo dormito a Deauville, (vicino a Treuville... mi sembrava simpatica questa cosa)
Valeva la pena fare un giro lungo il fiume, con la sua fila di casette ordinate, che ricordano tanto il lungofiume di Copenaghen, e con una miriade di barche a vela ancorate. Suggestivo e malinconico centro balneare della Cote Fleurie, come il casinò che qui, come in tanti altri posti della Francia, attira ancora molti turisti.
Ci siamo diretti a Bayeaux, dove mi ero ripromessa di non visitare ancora chiese e cattedrali.
Appena arrivati invece ci ha dato il benvenuto, alle spalle di una grande ruota panoramica, un campanile imponente che sembrava chiamarci. E così siamo stati accolti dalla città. Ed è stato come entrare in un'altra epoca. Un meraviglioso salto nel tempo, lungo le stradine con ponticelli sotto cui scorreva l'acqua, piccole dighe, case di legno 'a graticcio', un pò sghembe addossate l'una all'altra, fiori ovunque, e poi all'improvviso compare la maestosa Cattedrale di Notre Dame, in stile gotico e romanico, di una bellezza mozzafiato. All'interno finestre colorate altissime che riempivano di luce e di gloria tutte le navate. Tenuta benissimo, un silenzio contemplativo, una cripta affascinante.... insomma bella bella bella. Con ancora lo stupore negli occhi, siamo usciti per una passeggiata nelle stradine medioevali e siamo andati a vedere il famoso museo dell'arazzo, un telo di lino ricamato, lungo circa 70 metri, con 58 scene che raccontano la conquista dell'Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore. Bello anche questo.
Abbiamo mangiato delizie in un piccolissimo ristorante che merita di essere ricordato e consigliato: 'Le Petit Restò'
Molto vicino a Bayeaux c'è Arromanches-les-Bains una delle famose spiagge dello Sbarco e, ovviamente, abbiamo deciso di andarci.
E questo piccolo 'salto' è stata una delle cose più emozionanti e coinvolgenti che abbiamo vissuto.
Innanzitutto la spiaggia è immensa, e lo diventa ancora di più con il fenomeno delle maree che si ritraggono. Era di pomeriggio, il cielo era velato e c'era pochissima gente. Sulla spiaggia ci sono ancora i ponti che servirono per far sbarcare uomini e mezzi. E nel silenzio rotto solo dai gabbiani e da un lontanissimo suono di risacca, percepisci qualcosa che ancora è rimasto sospeso nell'aria. Qualcosa che sa di speranza, di attesa, di ideali e di un qualcosa più grande di noi, una grande forza che tanti uomini uniti da un'idea hanno portato e lasciato qui.
Ho trovato solo ora un bellissimo articolo qui, che consiglio di leggere. E' un luogo che merita un viaggio a se, non solo una tappa.
Intanto il tempo stava cambiando. Le giornate di sole e di caldo, hanno lasciato il posto ad un cielo coperto, una pioggerellina leggerissima, quasi nebulizzata e una temperatura un pò più bassa.
Dovevamo andar via, verso Mont Saint-Michel
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Mont Saint-Michel ci accoglie con il freddo e con il vento, ma, lasciate in fretta le valigie, non potevamo rimanere li, oltre la sbarra che segna l'inizio della passerella, a guardare da lontano.La luce era perfetta per una foto.
Ci incamminiamo, lungo una strada che sembrava breve, magari lo era pure, (cosa sono 2 chilometri?), ma li abbiamo vissuti in una maniera particolarissima.
Mi direte che abuso con la parola magia.
Oltre a due giapponesi che spingevano un passeggino che rallentava la loro andatura, eravamo soli.
Nel grigio, nella pioggerellina, nel freddo e nel vento che ci frustava c'era li, quello spettacolo, sul monte che ci chiamava. E, camminando su questa passerella che domina sulla spiaggia fangosa e sconfinata, piano piano ci siamo avvicinati, con fatica, non si arrivava mai, ci siamo coperti alla meglio, eravamo impreparati a questo, ma abbiamo potuto godere di un percorso unico.
Solo noi e Mont Saint-Michel e intorno il silenzio.
I giapponesi erano lontano chilometri con il loro passeggino ormai.
Al ritorno abbiamo abbandonato la poesia e abbiamo preso il bus navetta che ci ha portati in albergo.
Tanto in programma avevamo previsto per il giorno dopo, un'intera giornata da dedicare a questa meraviglia.
- Giorno 6 -
Mattinata dedicata al fascino di Mont Saint-Michel.
Siamo arrivati con la navetta (non c'era lo stesso fascino del giorno prima per farlo a piedi. C'era tanta gente...) e dopo aver assistito alla partenza di un gruppo di turisti scalzi, verso le sabbie fangose circostanti, abbiamo iniziato la nostra salita. Già perchè è tutto in salita, tutto ripido, ma estremamente affascinante (bè siamo su un ... Mont, no?).
Il primo sguardo incontra il ristorante più famoso 'La Mere Poulard', famosissimo per la sua omelette. Tutti dicevano che sarebbe costato un mutuo, ma in realtà non è proprio così... E' vero che costa 38 euro, ma ci può mangiare una comitiva, per quanto è enorme. E' un'omelette spumosa, ho assistito la preparazione, con uova e quintali di burro salato, che vengono sbattuti per tanto tempo con le fruste a mano, e che vengono cotte i una padella di ferro direttamente nel fuoco del camino. Spettacolare anche a vedersi. Vale la pena assaggiarla, ma, sappiate che vi conviene prenotare prima di salire, perchè al ritorno troverete una fila chilometrica e non potrete più entrare.
Quindi si prosegue, attraversando stradine medioevali, strette e tortuose, piene di negozietti interessanti (forse troppi, ma...va bene così) dove, al ritorno, potrete comprare dei souvenir carinissimi, come i fantastici biscotti, anzi le galette della Mere Poulard, nelle sue bellissime scatole di latta che, prima di Natale, sono state fonte di ispirazione per una ricetta. Cliccate qui se volete andare a leggere.
Quindi dicevo ... la salita... in fondo è un pellegrinaggio verso l'abazia di Saint Michel. E ne vale la pena. E' un posto bellissimo, da visitare piano, da assaporare con l'audioguida, in solitaria, per gustare con lentezza quello che si desidera approfondire. La vista dalle scale esterne o dalla terrazza è mozzafiato e fa nascere spontanea la contemplazione del luogo, delle spiagge circostanti, degli orizzonti immensi, dal senso di austerità dell'abazia stessa. E poi ha una storia affascinate. Io vi lascio un pò di foto, ma le informazioni turistiche le trovate nel link che vi ho postato su.
Bello vero?
A malincuore abbiamo lasciato Mont Saint Michel e, mentre il tempo cominciava a peggiorare, abbiamo proseguito per il nostro itinerario. Verso la Bretagna e poi verso il ritorno a Parigi attraverso la valle della Loira.
Mentre stavamo organizzando questo viaggio abbiamo fatto tesoro dei suggerimenti entusiasti dei nostri amici di Facebook. Uno di questi era 'dovete andare assolutamente a Cancale, il regno delle ostriche'.
E noi siamo andati a Cancale.
Da Mont Saint Michel, il paesaggio cambia, lentamente. E costeggi spiagge immense e scopri maree bizzarre che ora spogliano e ora coprono la sabbia, lasciando che tutto cambi nel giro di pochi minuti.
Abbiamo capito che ci stavamo avvicinando alla meta dalla fila di capannoni che annunciavano 'vendita ostriche' lungo la strada.
Arriviamo e ci accoglie un'atmosfera tranquilla, gente che passeggia intorno, bambini che giocano tra le navi lasciate a terra dalla bassa marea, a raccogliere conchiglie, gabbiani che volano.
Sono le 4 del pomeriggio, l'ora giusta per un gelato per tutti, meno che per noi che, nonostante siamo sazi, non possiamo non mangiare la specialità del posto.
Ci avviciniamo ad un pescatore che (alle 4 di pomeriggio) è li con il suo chiosco e con le sue meravigliose ostriche di diverse dimensioni. Il prezzo, bassissimo, varia a seconda della pezzatura.
E aumenta di 10 centesimi se te le apre lui.
Cominciamo con 6. Ce le portiamo sul muretto davanti al mare, dietro al chiosco, e tutti eccitati da questa novità cominciamo a mangiare, senza limone (come siamo abituati noi), senza aceto e cipolla (come sono abituati loro). Alla 'crudele' come diciamo in Puglia.
Ci esplode in bocca un sapore meraviglioso, che stordisce per la freschezza e il profumo.
Stupiti, decidiamo di continuare, ancora e ancora. Fino a quando non ne possiamo più.
Costavano solo 50 centesimi l'una, in fondo.
Felici, ci dirigiamo al faro, dove dobbiamo per forza bere su qualcosa. Quindi un flute di champagne e un brindisi. A tanta bellezza.
Intorno a noi, sotto al faro, altre bancarelle dove donne vestite di rosa vendono cassette e vassoi di ostriche ai turisti che vanno via carichi e contenti.
Dopo questa tappa proseguiamo verso Angers, dove abbiamo prenotato il nostro albergo.
- Giorno 7 -
Gli ultimi due giorni sono stati caratterizzati da un tempaccio da lupi.
Piove a dirotto e quindi abbiamo accellerato il viaggio attraverso la Loira visitando velocemente una serie di castelli (Saumur, Chinon...), godendo comunque del panorama ricco di vigneti e manieri, mangiando quasi niente, perchè, da bravi italiani liberi di mangiare quando ci va, (italiani meridionali eh! qua da noi mangi quando hai fame e non ad orari), arriviamo sempre un minuto dopo le 14 e va là che la cucina è chiusa.
Visitiamo bene il castello di Amboise, bello bello davvero, onorato dalla tomba del NOSTRO Leonardo da Vinci, che, come succede ancora oggi con la fuga di cervelli dall'Italia, ha pensato bene di trasferirsi laddove apprezzavano il suo ingegno e anche di non tornare manco da morto nella sua terra ingrata.
(foto dal sito https://www.chateau-amboise.com/it/) |
Siamo arrivati in Francia con il sole e una temperatura di 26 gradi e partiamo lasciando acqua neve e 3 gradi.
Torniamo grati alla Normandia, alla Bretagna, a questo meraviglioso paese per il bel viaggio che ci ha regalato.
E grati alla nostra Puglia che ci accoglie con il sole, il mare e 28 gradi.
Felici di tornare a casa.
oh,come dico io, madonnamaj che bello leggerti!!! Grazie, grazie infinite; è stato un viaggio bellissimo, un viaggio attraverso le tue parole e le tue stupende foto!!
RispondiEliminaNon sapevo che eri passata anche da Amboise. Quello è un posto che mi fa quasi salire le lacrime agli occhi. Ci sono stata due volte, accompagnando i miei gruppi, ed ogni volta un'emozione immensa. Sarà per la sua storia legata al nostro Leonardo, sarà per la bellezza del posto. Una conclusione perfetta cara Anna. Per un viaggio che è davvero un colpo al cuore.
RispondiEliminaTi abbraccio.