Sono le 6 di mattina. E' bellissimo svegliarsi presto e cogliere subito l'occasione per alzarsi, senza indugiare nel letto. Si ha la sensazione di aver già guadagnato due ore per fare più cose. Ho sempre avuto questa abitudine, fin da quando lavoravo e avevo i figli piccoli. Poi, a parte qualche rara volta in cui mi sono concessa il lusso di poltrire un pò di più, ho continuato ad alzarmi presto per godere con calma la colazione e fare il solito elenco delle cose della giornata. Quindi ora, con caffellatte e una fetta di torta fatta ieri, buona musica per compagnia (clicca
qui se vuoi sentirla con me anche tu), sono qui a parlare della bella giornata che è stata ieri, delle riflessioni che ho fatto e delle cose che ho capito dopo averci pensato su un bel pò.
Parto dalle
esitazioni che abbiamo nel realizzare anche semplici incontri, temendo di non farcela, di non avere abbastanza tempo, di credere che non gliene freghi niente a nessuno. E poi della cattiveria con la quale spesso ci trattiamo, della
poca indulgenza nei nostri confronti e del peso, più o meno grande e più o meno consapevole, che diamo ai 'consigli' degli altri.
E se lo dice una come me, che ha sempre fatto di testa propria ogni cosa, significa che qualcosa è successo.
Anche nelle scelte quotidiane dobbiamo decidere quale sensazione assecondare. Se quella di uno strano e fastidioso disagio mentre andiamo nella direzione 'giusta', o se quella della serena e piacevole del '
chissenefrega, faccio come mi pare'. Ed è sempre la seconda quella giusta. Basta pensare meno e buttarsi di più.
Ammazza che pippone stamattina. Ma ora vi spiego cosa ho fatto ieri.
Quattro anni fa ho organizzato un
corso per imparare ad
intrecciare rami di ulivo e
palme, antica tradizione che si sta perdendo nelle sperdute campagne pugliesi. E' stato un giorno che ricordo con emozione anche perchè quel giorno successe di tutto. Nel bel mezzo di una giornata di sole, che illuminava la campagna con tutti gli alberi in fiore.... cominciò a nevicare. Si levò anche un vento che fece volteggiare con i fiocchi di neve anche i petali dei fiori e all'improvviso si creò un'atmosfera surreale. Con le nuove amiche che erano arrivate da lontano per il corso, arrivò anche un'aria di festa. Ci rifugiammo nel trullo con il camino acceso, le candele e il profumo delle torte tutto intorno e cominciammo ad intrecciare rami di pace. Bellissima esperienza che avrei voluto ripetere ogni anno, ma ogni anno c'è stato qualcosa che non me l'ha permesso.
Quest'anno ho deciso di organizzare a casa mia un pomeriggio all'insegna di tradizioni e manualità dimenticate, rami di ulivo e chiacchiere tra donne. Ieri mattina sono andata in campagna a raccogliere i rami giusti, ho raccolto anche un pò di verdure dall'orto, due rami di lillà per profumare la casa e, una volta a casa, ho preparato due dolci e ho messo su l'acqua per il thè.
Ho messo la musica che mi piace e ho aspettato, mentre i dolci cuocevano nel forno.
Sono arrivate le mie amiche e, intorno al mio tavolo, si sono
intrecciate storie per raccontarsi, racconti consolatori di diete e malanni per ciascuna età, e risate che fanno bene più di qualsiasi medicina, profumi di torte, thè verdi e tisane al finocchio (meglio delle camomille richieste), e mani impacciate che all'inizio non sapevano come muoversi.
Abbiamo tagliuzzato, annodato, intrecciato rametti, poi distrutto e ricostruito tutto ancora e ancora. Poi orgogliose ognuno con le sue, un pò di materiale nel piattino per continuare a casa, una fetta di dolce a mò di bomboniera per l'incontro, ci siamo salutate, ripromettendoci di incontrarci ancora, magari per qualcos'altro di altrettanto bello.
E ieri sera, dopo aver pulito tutto quel prato di rami e foglie di ulivo che avevamo lasciato, ho messo il pigiama, ho scelto con cura il volume dell'enciclopedia 'Arcobaleno' a me più caro, il numero 3 'Miti e leggende', che conserva ancora il profumo della prima volta che l'ho ricevuto in dono, a 10 anni, grande abbastanza per contenere 'in piedi', i rami da schiacciare per almeno due notti, prima di essere benedetti, la prossima domenica delle Palme. L'ho incastrato stretto tra altri libroni della mia libreria, e ho sorriso, per tutta questa storia e sono andata a dormire.
E mi son detta brava.
E ora, tra le foto fatte velocemente con il cellulare, niente stress, vi lascio anche le ricette dei dolci.
Attenzione! tre ricette oggi!!!
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Torta di farro con uvetta e arancia
Ingredienti
- due bicchieri da 200 ml colmi di farina di farro
- 4 cucchiai di sciroppo d'acero (o zucchero se preferite)
- mezza bustina di lievito per dolci
- mezzo cucchiaino di cannella (facoltativo)
- tre uova
- due dita (dello stesso bicchiere) di olio di semi di arachidi o girasole
- scorza grattugiata e succo di una grossa arancia biologica
- acqua q.b. per raggiungere la giusta consistenza
- un cucchiaio di uva sultanina
- marmellata di arance (io senza zucchero, voi come preferite)
Procedimento
Mettere in ammollo l'uvetta in acqua tiepida.
In una ciotola mescolare la farina, il lievito, la scorza di arancia e, se vi piace, anche la cannella.
Aggiungere le uova, lo sciroppo d'acero, l'olio, il succo e mescolare. Per raggiungere la giusta cremosità aggiungere a piacere acqua.
Versare in uno stampo unto e infarinato.
Distribuire l'uvetta.
Cuocere in forno riscaldato a 180° per circa 20 minuti o fino a quando uno stuzzicadenti infilato ne uscirà asciutto.
Prima di servire, spalmare un filo di marmellata di arancia in superficie.
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Crostatine di farro con confettura di fragole
Ingredienti
(Per la confettura, senza zucchero)
700 g di fragole mature
una grossa mela dolce
un pezzettino di bacca di vaniglia
succo di mezzo limone
(per la frolla)
300 g di farina di farro
4 cucchiai di sciroppo d'acero (o 70 di zucchero, come preferite)
70 ml di olio extravergine di oliva delicato
2 uova
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
un pizzico di sale
Procedimento
(per la confettura)
Se avete la centrifuga estraete il succo della mela e mettete tutti gli scarti in una garzina legata con uno spago alimentare.
Se non avete la centrifuga grattugiate la mela.
In una pentola di acciaio versare le fragole lavate, tagliate a piccoli pezzi, il succo della mela, il succo del limone, i semi di vaniglia e la sua bacca. Mescolate, immergetevi la garzina e mettete sul fuoco medio. ci vorranno circa 20 minuti, sempre mescolando per ottenere una confettura da usare subito.
(Per la frolla)
Impastare insieme tutti gli ingredienti, e lavorarla velocemente, per lasciarla un pò grezza.
Sistemarla in una teglia grande da forno per crostata o diverse teglie piccole, come da foto. Riempirle con la confettura e, a piacere, aggiungere anche delle scaglie di mandorle.
Cuocere a 180° per circa 30 minuti.
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