Fuori nevica, anzi no, c'è la bufera. Dicono che venga dalla Siberia e non posso non pensare come si possa vivere in un posto così ad un freddo ben peggiore di questo, per tutta la vita.
Guardo fuori dalla finestra e mi fa paura questa coltre spessa di polvere bianca che viene giù incessantemente. Sembra quasi nebbia per quanto è fitta, e l'unica cosa che riesco a provare, al sicuro della mia casa è comunque la paura del freddo. E mille pensieri affollano la mia mente, mentre gli occhi guardano i fiocchi che vagano ormai in orizzontale, a causa del forte vento.
E mi viene in mente, ma quando ho smesso di essere felice per la neve che cade? Da bambini era bello giocare con gli amici, mangiare il sorbetto di neve e cotto di fichi, o restare chiusi in casa con il naso schiacciato sul vetro gelido, mentre mamma preparava brodini. Quando si andava a scuola era la manna che cadeva dal cielo, perchè le scuole rimanevano chiuse, anche se noi si andava ugualmente in giro a fare a palle e a gioire della libertà. Poi è arrivato il lavoro, con i salti mortali da fare per andare comunque in ufficio. E li scuse non ce n'erano, si doveva andare e basta, anche se ti dovevi mettere in moto due ore prima. Poi la neve ha cominciato a far paura per il timore di cadere, che di guai alle gambe e alle ginocchia ne abbiamo già avuti abbastanza e rimanere in un letto 'spezzate di gambe' proprio no, non ci vuole.
E ora, ai primi fiocchi, eccomi correre in negozio e far scorta di sale, di farina e di provviste, manco fossimo al polo nord e manco dovessi rimanere bloccata in casa per mesi. Anzi si, perchè da quando comincia a posarsi a quando poi si può circolare liberamente, senza ghiaccio, io resto per davvero chiusa in casa, prigioniera di una paura folle di scivolare. Manco nel balcone esco, perchè non si sa mai.
E appena comincia a salire la malinconia, i brutti pensieri come quelli di prima, e prima che mi venga un attacco di claustrofobia, parte la reazione 'neve? facciamo i panzerotti!'.
Mi piace l'idea di insegnare ai miei figli tutte le cose che amano mangiare e così oggi ho approfittato e abbiamo preparato tutti insieme questa ricetta che, da sempre, porta ogni volta allegria.
Sapevano già impastare pane e focaccia, quindi non è stato proprio difficile iniziare questo ballo.
Tra una cosa e l'altra abbiamo mangiato i panzerotti verso le quattro, ma non importava.
Nel frattempo io ho allontanato le malinconie e loro hanno imparato un cosa importante che tornerà sempre utile nella loro vita.
Di ricette di panzerotti ce ne sono mille e tutte valide. Io ho la mia, semplice e veloce quanto una normale lievitazione. Però per la puzza di fritto non ci posso fare niente. Mangiate e godetevi i panzerotti, poi farete una doccia e farete arieggiare la cucina.
_
_____________________________________________________________________________
I Panzerotti
Ingredienti
(per 15 panzerotti circa)
300 g di mozzarella
(per 15 panzerotti circa)
500 g di farina 00
un lievito di birra disidratato
un cucchiaino di zucchero
due cucchiaini rasi di sale fino
un filo d'olio extravergine di oliva
320 ml di acqua tiepida (ma dipende dal tipo di farina, quindi regolarsi di volta in volta)
un bicchiere di salsa di pomodoro
una tazzina di capperi
un litro di olio di semi per friggere
Procedimento
In una ciotola grande mettere la farina. Fare un buco al centro con il pugno della mano e versare il lievito e lo zucchero. Versare un pò d'acqua tiepida e con una forchetta formare una pappina molle. Coprire la ciotola e aspettare una mezz'oretta.
Aggiungere il sale, un filo d'olio e la restante acqua, sufficiente per ottenere un impasto sodo ed elastico. Lavorarlo sulla spianatoia, fino a quando si stacca dalle mani. Praticare un taglio a croce, coprire la ciotola e far lievitare in forno con la luce accesa, per circa mezz'ora.
Nel frattempo preparare la spianatoia.
Con l'impasto (che nel frattempo non sarà lievitato proprio tanto...) formare delle palline della dimensione di un mandarino. Coprire con un panno di cotone bianco e pulito e aspettare che lievitino ancora per almeno 3/4 d'ora. Nel frattempo preparare il ripieno. Tagliuzzare le mozzarelle e metterle a scolare in uno scolapasta. Quindi aggiungere la salsa di pomodoro e i capperi.
Con un matterello formare con ciascuna pallina un disco su cui poggerete un mezzo cucchiaio di ripieno. Inumidire il bordo del disco con la salsa stessa, chiudere 'a panzerotto' e sigillare il bordo con la rotella dentata.
Far scaldare l'olio in una padella non molto larga e un pò alta ai bordi. Aspettare che sia caldo a sufficienza (fate la prova della pallina di pasta: se la immergete e risale sfrigolando è pronto, se invece resta sul fondo, bisogna aspettare). I panzerotti dovrebbero essere immersi completamente nell'olio, per un risultato migliore. Quando il colore è dorato scolare su carta assorbente.
Il ripieno può variare a seconda dei gusti personali. Da noi si usa aggiungere anche la ricotta forte, oppure fare una pappina di uova e formaggio, oppure mozzarella e prosciutto. Ecc.....
I panzerotti... quanto li amo?!
RispondiEliminaNon si può vivere senza!! Mi autoinvito a casa tua per la prossima volta perchè hanno un aspetto favoloso!!
A presto
i panzerotti portano allegria e amici in casa. E chiunque voglia unirsi al coro è sempre il benvenuto...
EliminaEd erano buoni davvero eheheheh
un abbraccio
Mi hai fatto venire voglia di farli...li adoro e sono la mia infanzia a Conversano.... che quando nevicava si andava al largo di Corte a scivolare giù con la slitta..... mai dimenticato il sapore dei panzerotti.... forza Anna che la neve si scioglie! Buona domenica Elisa Baker
RispondiEliminavoglio tornare ad amare la neve. Per ora prevale il timore. Ma mi godo l'incanto in macchina.
Eliminaun abbraccio
Com'è vero quello che dici,su amdiamo in cucina che adesso la malinconia è venuta a me,un abbraccio
RispondiEliminala malinconia è sempre una buona scusa per cucinare. Sia per assecondarla che per farla passare.
EliminaA me è passata subito.
un abbraccio
I panzerotti mi ricordano la mai prima estate in Puglia, a conoscere i parenti del mio futuro marito, quando eravamo ancora fidanzatini imberbi: il caldo micidiale, la luce invadente che costringeva a tenere in penombra le case, il display stradale che segnava 33° nella mezzanotte barese, io con la febbre per disidratazione. Per festeggiare la mia guarigione, le zie di mio marito prepararono i panzerotti, friggendoli sul tetto terrazzato della casa, ormai al buio per sconfiggere il caldo, ripieni di pomodoro mozzarella ed altre meraviglie. Vanno bene con la neve, con il sole, con la pioggia...basta che siano caldi e filanti.
RispondiEliminaE poi, cos'è questa paura della neve? Io la vorrei tanto...qui da noi manca ormai da anni. Dai, mandamene un po'.
Ti abbraccio mia cara.
ammoreee e me lo dici così che il panzerotto ha una tale importanza per te!!! ma tu dovresti festeggiare ogni anniversario allora con una sconafanta di panzerotti.
EliminaHai ragione quando dici che i panzerotti o con la neve, o sugli scogli, o con la pioggia hanno sempre il loro perchè.
D'altro canto noi in Puglia 'la scusa' vogliamo per farli.
un abbraccione.
ps potrebbe essere anche il tema di una rimpatriata eh???