Suona il telefono alle 7 di mattina. E nel frattempo che arrivo dalla cucina alla cornetta, nella mente faccio le mille ipotesi su chi può chiamare così presto. Scarto le ipotesi peggiori, perchè mi sono alzata ottimista. E chi è? 'Ciao Anna, sono zia Melina, volevo chiederti se hai una mezz'oretta stamattina e se mi puoi accompagnare in campagna perchè oggi viene l'uomo ad arare e ho il campo pieno di bietole e cime di rapa. E' peccato perderle, quindi se vuoi andiamo un momento a raccoglierle. Tutte quelle che riusciamo, così magari le diamo anche a chi di solito le va a comprare e gliele facciamo assaggiare, di quelle buone.'
E io 'Va bene zia, passo a prendere mamma e andiamo'.
Ci armiamo di coltelli a seghetto, bustone e cassette di legno, e partiamo presto, in mezzo al fresco umido della mattina.
Arriviamo in campagna e l'aria fredda ci da una sferzata rigenerante che manco un mese di massaggi energetici e una serie di sauna e vasca di reazione ghiacciata potrebbero fare altrettanto.
E sciolte come cani liberi nel mezzo del verde ognuno va dove gli pare e raccoglie quello che vuole. In mezzo ad una terra che profuma solo di erba, di rugiada e regala anche il sottofondo degli uccelli che se ne fregano della presenza degli umani, che tanto quella è casa loro.
Mille colori, dal verde intenso, al rosso giallo dell'albero dei cachi mezzo spoglio con ai piedi il suo tappeto colorato. E' uno spettacolo. E mi fermo a guardare. Fino a quando mi arriva l'urlo di mia madre 'sbrigati che abbiamo poco tempo, non rimanere li a contemplare'. Una romanticona.
In pochissimo tempo abbiamo riempito tutto il riempibile, cicorielle, sivoni, bietole e cime di rape dell'ultimo taglio. Di quelle cioè che, dopo aver fatto la raccolta delle prime cime, continuano a produrne, ma di più piccole e con delle foglie tenerissime, buone da mangiare anche quelle.
Chiamo un pò di amiche e chiedo se gradiscono un pò di bietole, come gli ortolani di una volta che bussavano e chiedevano 'signò vuè do ièt o do cim d rèp? so fresc fresc, mu l'eccuèlt' (signora vuoi un pò di bietole o un pò di cime di rapa? sono fresche fresche, proprio ora le ho raccolte). Uguale.
Quindi carichiamo il tutto in macchina, facciamo un piccolo spuntino che sennò sveniamo per lo sforzo (!?!?) e torniamo soddisfatte in paese.
Io faccio il giro della distribuzione, mentre mamma e zia preparano il pranzo (riso e verze, ma questo è un altro post...), comincia a piovere e finalmente al riparo nella casa calda, mangiamo insieme, raccontandoci storie e altre ricette, soprattutto di quelle antiche con i lampascioni.
Ora che son tornata a Roma ho portato con me una quantità industriale di bietole e cime di rapa e con loro il profumo di quella giornata e della terra mia. Terrona nel cuore sempre, non ce la faccio a non provare nostalgia anche se mi piace dove vivo e sto benissimo ovunque vada.
Ho in frigo un pò di orecchiette integrali e decido di preparare per pranzo uno dei piatti che adoro. Orecchiette e cime di rapa con pangrattato piccante e pomodorini.
Una cosina al volo, di un buono sconvolgente. Provate un pò.
A proposito... volete due cime di rapa?
Orecchiette e cime di rapa con pangrattato piccante e pomodorini.
(dose per una persona)
- 200 g di cime di rapa (cime e foglie tenere)
- 50 g di orecchiette (o anche rigatoni, o spaghetti, o quello che vi piace)
- olio extravergine di oliva
- uno o due spicchi d'aglio
- uno o due pomodorini
- un peperoncino
- due cucchiai di pangrattato
- pepe
Pulire le cime di rapa, eliminando solo le parti più dure, che il resto è tutto buono.
Lavarle e lessarle in abbondante acqua salata.
Scolarle con la schiumarola e nella stessa acqua cuocere la pasta.
Bisogna conoscere benissimo i tempi di cottura della pasta e delle cime di rapa per poterle cuocere insieme, quindi se non siete allenati cuoceteli separatamente, altrimenti rischiate di ridurre le cime di rapa a pappina.
Quando la pasta è ancora molto al dente, versate in una padella larga l'olio, l'aglio e il peperoncino. Quando l'olio è caldo e già insaporito versare il pangrattato e farlo diventare croccante.
Scolare la pasta amalgamarla con le cime di rape e farle saltare nella padella con il pangrattato.
Aggiungere un po di pepe nero macinato al momento (lo so che è una cosa in più ma a me piace così).
Servire caldo, subito.
I piatti "rustici" come li chiamo io e sono quelli che preferisco. Bella ricetta. Buon w.e. Lorena
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