Stamattina mi son svegliata come tutti i giorni alle 6,18. E come al solito ero accaldata, tanto da non poter più sopportare le lenzuola. A piedi scalzi sono andata in cucina, ho aperto la tapparella e sono uscita nel balcone per poter respirare l’aria fresca del primo mattino. E per la prima volta dopo tutta l’estate, ho sentito un brivido sulla pelle. E’ arrivato settembre, mi son detta, finalmente. In un attimo, il colore dei muri delle case intorno, i rumori della gente che torna ad essere indaffarata, il freschetto che ti suggerisce di portare con te qualcosa per coprirti….. mi hanno riportato alla mente gli ultimi giorni delle vacanze in campagna a nonna, il primo giorno di scuola, con il grembiule nero, la cartella e i libri che profumavano di carta nuova, i capelli ben pettinati in quel modo particolare che solo la mia mamma sapeva fare, il fiocco bianco che non era mai bello e teso come quello della più brava della classe…. E la sensazione che stesse ricominciando un nuovo anno pieno di promesse.
E si, perchè per me l’anno comincia due volte. A mezzanotte del 31 dicembre e il primo settembre, quando finalmente si abbandona quello stato di pigrizia e indolenza, portato dalle vacanze, dall’estate e dal caldo, e si riprende in mano quella parte della propria vita che profuma di progetti, di cose nuove da fare, di fresco che ti spinge a muoverti. Ti vien voglia di cambiare tutto, la disposizione dei mobili, il taglio di capelli, hai voglia di buttare via tutto il vecchio per aprire nuovi spazi da non riempire più, libri nuovi da iniziare a leggere, corsi per imparare cose nuove….insomma, tutto un fermento pieno di vita.
Mi fermo per una serie infinita di starnuti che mi fanno sorridere e che mi ricordano di non restare oltre fuori a godere di questo fresco. Rientro e preparo la colazione. E sorrido ancora quando apro il barattolino piccolo della confettura di more, perchè è un piccolo capolavoro di colori, profumi e pensieri. Solo qualche giorno fa ero nella stradina chiusa che costeggia il trullo, con mio figlio, mancavano poche ore alla sua partenza e ci siamo ritagliati qualche momento solo per noi, per parlare ‘cuore a cuore’, mentre raccoglievamo fichi nuovi appena maturati e more nere e profumate di selvatico. Quei momenti che sanno di silenzio e parole del tardo pomeriggio di un’estate che sta finendo, colorati di rosaarancione, con il sole basso, che ancora da tepore, e tu sei combattuta tra la struggente malinconia di un’imminente distacco e la gratitudine per quello che hai li, in quel momento magico e cerchi di rubarlo in fretta e chiuderlo dentro di te, per attiggerne quando ne avrai bisogno. Come ora. Ecco, perchè sorrido. Perchè quello che ora mi accompagna nella colazione non è solo frutta e zucchero, ma è una delle cose più preziose che ho nel mio cuore. E la mangerò piano e poco per volta, aspettando i prossimi abbracci.
Confettura di more
- 1 kg di more
- 1 mela
- 1 limone biologico
- 100 g di zucchero
Lavare le more ed eliminare le eventuali impurità. Lavare il limone, grattugiare la scorza e spremerlo. Sbucciare la mela, grattugiarne una metà e tagliare a pezzi piccolissimi l’altra. Mescolare tutto in una pentola di acciaio e coprirla con un coperchio. Aspettare per qualche ora che si sciolga lo zucchero e che si amalgamino tutti gli ingredienti. Quindi metterla sul fuoco basso e aspettare che si disperda quasi tutto il liquido che si formerà. Io preferisco lasciarne un pò per renderla più spalmabile. Quando sarà pronta e ancora bollente, versarla nei barattoli puliti e sterilizzati, fino all’orlo. Chiudere con il tappo e capovolgerli fino a quando saranno raffreddati. Per essere sicuri che duri a lungo farli bollire anche a bagno maria.
Annina, mi struggo a leggerti. É sempre l'inizio di qualcosa, settembre, e lo aspettavo con desiderio. Ti voglio bene Annina mia.
RispondiEliminadai tra le cose nuove mettiamo anche i nostri progetti... ti voglio bene anch'io
EliminaAnnina, mi struggo a leggerti. É sempre l'inizio di qualcosa, settembre, e lo aspettavo con desiderio. Ti voglio bene Annina mia.
RispondiEliminacara Anna...assaporo con te...quel momento magico e ..come non pensare a Proust...? <3
RispondiElimina..."Al mio ritorno a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di bere, contrariamente alla mia abitudine, una tazza di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, cambiai idea. Mandò a prendere uno di quei dolci corti e paffuti che chiamano Petites Madeleines e che sembrano modellati dentro la valva scanalata di una “cappasanta”. E subito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa e dalla prospettiva di un domani malinconico, mi portai alle labbra un cucchiaino del tè nel quale avevo lasciato che s’ammorbidisse un pezzetto di madeleine. Ma nello stesso istante in cui il liquido al quale erano mischiate le briciole del dolce raggiunse il mio palato, io trasalii, attratto da qualcosa di straordinario che accadeva dentro di me. Una deliziosa voluttà mi aveva invaso, isolata, staccata da qualsiasi nozione della sua casa. Di colpo mi aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi disastri, illusoria la sua brevità, agendo nello stesso modo dell’amore, colmandomi di un’essenza preziosa: o meglio, quell’essenza non era dentro di me, io ero quell’essenza"...
Ricomincio anche io con una confettura. Le more le ho colte ad agosto in Molise e ne ho fatto una scorpacciata. Ma adesso da noi è rischioso perché dove c'è la mora c'è la vipera.
RispondiEliminaMi accontento di ricordare quella che faceva mamma, e bearmi della tua stupenda.
Ti abbraccio Anna.