22 maggio 2015

Una pagina di diario e le rose di sfoglia con mele e uvetta al rum

cestini Roma, 21 maggio

E continua il mio diario romano, con le mie nuove scoperte, e la voglia di fare e organizzare sempre più piena di entusiasmo. Ora sono alle prese con la terrazza, cosa preziosa in una città come questa. Aveva bisogno di lavori per essere rimessa a nuovo e ora siamo in ballo con operai, intonaco, pitturazioni, idropulitrice, fogature da rifare, piante da comprare, arredo da inventarsi…. il tutto si spera a prezzi mooooolto economici. Infatti vedremo un pò cosa partorirà la mia fantasia con i pallet. Chi ha soluzioni belle ed economiche mi scriva pure. Ora mi ritrovo nella veste ormai a me nota di capocantiere che combatte con ritmi lenti di operai che non capisco molto quando parlano perchè usano un linguaggio molto personale. ‘Signora hai tobo?’ Oppure, ‘Signora pe piascere mi dai muscio?’… ecc… Questo vorrei annotarlo per un libro che avrei voluto scrivere tempo fa… Ricordate il muratore del trullo che metteva la parola ‘ciabbattola’ ovunque, con una mimica che faceva da supporto per le varianti di significato? Quello dell’intonaco di Bressanone?

Per il momento sono contenta al sol pensiero di quello che qui organizzerò, delle persone che inviterò, e delle cose buone che preparerò. Intanto comincio a fare un elenco, spero di non dimenticare nessuno. Ma come per tutti i miei progetti, già immagino una bella serata di estate, con profumi di fiori intorno, musica e amici ……. Vedremo.

Per ora si lavora, si organizzano corsi di cucina, cene social con l’aiuto di amici, e si studia alla ricerca di ricette sempre più semplici e sempre più light. E laddove manca il ‘light’, si opta per il buono che fa bene al cuore. E questa ricetta di oggi che ormai impazza sul web su tutti i blog e su tutte le bacheche di facebook, l’ho fatta anch’io e devo dire che è davvero un’ottima idea veloce, valida per colazioni raffinate, per il caffè con le amiche, dolce per cene improvvise, e per momenti che hanno bisogno di dolcezza.

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Rose di pasta sfoglia con mele e uvetta al rum

per 8 rose

- un rotolo di pasta sfoglia

- due mele biologiche

-una noce di burro

- un cucchiaio raso di zucchero di canna

- una scorza di limone grattugiata

-un cucchiaio di uvetta ammollata nel rum

Lavare  per bene le mele. Tagliarle in quattro spicchi e privarle di torsoli e semi. Tagliare ogni pezzo a fettine e metterle a rosolare per qualche minuto in una padella larga con il burro, il limone  e lo zucchero di canna. Devono rimanere sode.

Ricavare 8 strisce con la pasta sfoglia. Lungo ciascuna striscia e sulla metà superiore, distribuire le fettine di mela accavallate facendo in modo che sporgano un pò dal bordo. Aggiungere qua e la l’uvetta precedentemente ammollata nel rum e ripiegare sulle mele la parte inferiore della sfoglia.

Quindi arrotolare questo nastro per formare delle rose.

Infornare a 180°/200° fino a doratura.

Servire tiepide e spolverizzate di zucchero a velo ( e cannella per chi gradisce)

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18 maggio 2015

Genesi di un pranzo all’ultimo minuto: Minestra di riso e verdure e frittata di lampascioni

minestra di riso e verdure2

Giornate sempre piene le nostre e non sempre con un perchè. Fatto sta che corriamo e, anche se sembra aver finito tutto l’elenco delle cose da fare, eccallà che prendiamo subito carta e penna per scrivere ancora, e un altro elenco compare.

Mi capita ogni tanto di mettere tutto in ordine, ma davvero tutto. Evidentemente, essendo una condizione ‘spuria’, cioè saltuaria e rarissima, non ci sono più abituata e la cosa mi crea un pò di disagio, tanto che appena finito, guardo soddisfatta il risultato del mio sudore, faccio foto, la pubblico, annunciando al mondo l’evento e mi domando…. ‘e ora che faccio?’. E subito comincio a preparare qualche ricetta a fare foto ecc, perchè un set intonso da riempire è un’occasione imperdibile.

Oggi sono forzatamente in casa perchè c’è l’operaio che sta facendo i lavori in terrazza. Poverino, sotto il sole, ma d’inverno non si possono fare che piove, quindi provvedo a portargli ogni tanto acqua fresca, caffè, biscottini eccetera. Lui ringrazia e continua. Intanto devo completare una dispensa per un corso che terrò la prossima settimana, e per il pranzo devo mettere su qualcosa.

E vi faccio un esempio di come possono nascere delle ottime ricette.

Ieri sera ho preparato un pò di riso in bianco, ma ne era rimasto proprio pochino nella confezione e allora che fai? lasci li uno scatolone con una manciatina di riso? Per quando? per le prossime occasioni di solitudine e depressione estrema? no. Allora l’ho cucinato tutto e ora ho già pronta una ciotolina di riso cotto al dente.

Forse passa di qui una mia amica e spero resti con me a pranzo.   Poi…. non posso uscire di casa per fare la spesa perchè l’operaio non si può lasciare da solo e rovisto nel frigo. Ma… io sono appena rientrata e il frigo piange. Non ho avuto il tempo di fare la spesa. Che c’è? ben poco…

- Cinque peperoni verdi piccoli, di cui uno mezzo ‘andato’, una patata,

- 3 carotine ammosciate e vecchiotte,

- una busta di carta piena di erbe aromatiche del mio trullo, (rosmarino, timo, alloro, menta, origano),

- uno scalogno sopravvissuto e uno spicchio di aglio un pò secco.

Inoltre

- un uovo,

- una crosta di pecorino,

- tre lampascioni avanzati della cena mediterranea, ma tanto quelli non diventano vecchi.

Vabbè… cominciamo, (oggi la ricetta ve la scrivo così):

Lavo bene patata carote ed elimino la parte della buccia davvero malandata. Taglio a rondelle. Via nella pentola.

Lavo bene i peperoni, elimino le parti andate e i semi e  taglio a pezzettini. Via nella pentola.

Taglio scalogno e aglio che vanno a far compagnia al resto.

‘Raschio’ un pò la parte esterna della scorza del pecorino e la tengo da parte.

Pulisco i 3 lampascioni e li metto a cuocere in un pentolino mini coperte d’acqua.

Verso un pò di olio nella pentola delle verdure e aggiungo due foglie di alloro e un rametto di rosmarino. Poco sale grosso. Faccio soffriggere dolcemente. Dopodichè aggiungo acqua e faccio cuocere. Aggiungo la scorza del pecorino che diventerà molle, insaporirà il tutto e beato chi la mangerà.

Aspetto che si riduca un pò l’acqua, e quando le verdure sono ormai cotte verso per un minuto il riso giusto per farlo riscaldare e insaporire.

Questa è una minestra sempre buona, da far raffreddare un pò prima di gustarla.

Nell’attesa schiacciate i lampascioni e aggiungete un uovo, un pò di formaggio (ricavato dalla scorza di pecorino, prima di tuffarla nel brodo), un pò di prezzemolo se ce l’avete, altrimenti un pò di rosmarino e/o timo. Sbattete il tutto con una forchetta e fatene una frittata con un pò di olio caldo in una padella.

E ora corro. Per il pranzo abbiamo risolto. Per la cena vediamo.

Le foto sono fatte al volo, non sono un granchè, ma il pranzo era da re.

frittata di lampascioni

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16 maggio 2015

Il vuoto riempito e il tempo che scorre: storia di un compleanno

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Nasciamo con l’occhio positivo o il pensiero negativo. L’essere nomadi e con la sensazione che manchi la terra sotto i piedi, può essere vissuta come triste precarietà o come opportunità di incontro. La vita che scorre, ti fa vedere come in time lapse i nostri figli che crescono velocemente e le strade che diventano sempre più distanti. E ti assale la voglia di rincorrerli ed acchiapparli per tenerli ancora per un pò abbracciati.

Come quando li accompagni al treno e li spingi su, dicendo ‘vai vai’ e poi sali di corsa ancora per un momento per stringerli a te. E ti concentri su quel momento, perchè in quell’abbraccio siete solo voi due, è solo tuo e basta. E chiudi gli occhi e te lo prendi tutto il suo profumo.

I figli crescono, vanno via, e io sono a mia volta figlia e vado via. E ritrovo nello sguardo e nella malinconia della mia mamma, la stessa mia tristezza e lo stesso mio vuoto quando vanno via loro. Questa benedetta ruota che gira, dovrebbe pur insegnarmi qualcosa, ma il cuore segue le sue vie, misteriose e senza ragione. Comanda lui.

Ma oggi è giorno di festa. Le nostre strade si sono incrociate. E lui è qui con me. E me lo guardo, mio figlio, che ancora dorme e, come in un viaggio veloce nel tempo, torno a casa con loro piccoli che fra un minuto si sveglieranno per andare a scuola e prima di dire ‘è ora’ me li guardo ancora un pò e catturo anche quel momento solo mio, solo nostro.

E immagino che il suo è lo stesso sonno sereno e la stessa sensazione di pace che continuo a provare anch’io quando mi appisolo sul divano di mamma mia. Li, in quel porto sicuro, dove niente mi può far male, perchè c’è lei che mi copre e mi guarda.

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Oggi è il compleanno di mio figlio, il maggiore. e abbiamo deciso di festeggiarlo a Roma e ne sono felice. Non so ancora come lo festeggeremo, ma so già che si impasterà il pane buono e caldo, si preparerà una torta che piace a lui, sarà quella di mele o quella cioccolatosa, non so, berremo qualcosa di buono, passeggeremo per le strade più belle di questa città, mangeremo un gelato, lo abbraccerò e me lo bacerò a più non posso, parleremo di tutto e lo guarderò negli occhi. E poi domani ci saluteremo.

Ancora non so se questi incontri al volo tra di noi, riempiano il mio cuore o me lo straziano al momento dei saluti. Perchè dei figli non se ne ha mai abbastanza.

Si è madri in maniere differenti. C’è chi apprezza la ritrovata ‘libertà’, chi non sa ancora cosa sia questa ‘libertà’ e non sa cosa l’aspetta, chi se li tiene stretti accanto e non li fa andare via, chi ride di tutto questo, e chi non si pone nemmeno il problema.

Io per ora me lo tengo stretto al cuore e vado.

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12 maggio 2015

La bella stagione arriva: progetti nuovi e una ricetta leggera: Scialatielli con zucchine romanesche e fiori di zucca freschi.

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Sono seduta nella mia terrazza romana, con l’aria fresca che mi accarezza e mi ricorda ancora e sempre quanto è bella questa città in tutte le stagioni. Ma soprattutto ora, che non c’è più il freddo e non c’è ancora il caldo afoso che a breve arriverà. Ora ovunque gli alberi sono verdi di foglie nuove, sono tornati gli uccelli che cantano a squarciagola coprendo a volte anche il rumore del traffico, pensa un pò…. E io ho la fortuna di avere una bella terrazza dove al tramonto mi siedo, bevo qualcosa di fresco e scrivo.

Sono nuova di qui e ancora c’è molto da fare per fare di questa casa la mia casa. E sono qui che faccio schizzi e progetti nuovi per le serate che verranno, e penso a come arredare e non spendere una fortuna. Però già me le immagino le mie cene a lume di candela o sotto il pergolato, con gli amici che preparano con me cose buone e ridono e vivono con me questo nuovo momento. I trasferimenti non sono mai indolori, soprattutto se lasci qualcosa che ami e da cui torni sempre volentieri. Ma diventa tutto più facile se ad aspettarti qui c’è qualcos’altro che ti piace.

Quindi cerco di prendere quello che di buono c’è ovunque. E di fare di ogni luogo casa mia.

Poco tempo fa su facebook girava una pubblicità che mi ha incuriosita. Foto molto belle e curate, di oggetti di arredamento, mobili, tessuti, complementi di arredo ecc, molto vicini ai miei gusti, e con prezzi non esagerati, anzi a volte addirittura convenientissimi. ‘Passeggiando nel sito ho trovato una immensa gamma di prodotti per la casa, giardino, uscite fuori porta, ecc… che si possono scegliere, valutare e comprare direttamente da casa. E così per ‘abbreviare’ i tempi ho lanciato un sondaggio su fb stesso per sapere se altri lo conoscessero o avessero fatto acquisti. Insomma per chiedere informazioni. E così ho scoperto che dal sito Dalani.it, moltissimi miei amici avevano comprato tante cose belle ed erano anche molto soddisfatti della qualità, del rapporto qualità/prezzo, della serietà, della celerità delle consegne ecc….. E così ho già preso un bel pò di appunti e conto di affidarmi a loro per gli acquisti di cui parlavo prima.

E dato che tra i progetti da realizzare ci saranno non solo cene in terrazza, ma anche incontri sull’erba nei parchi di Roma, con picnic e letture belle, guardate un pò cosa ho già ordinato?

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E questi sono gli ‘appunti’ che ho preso per la campagna, la terrazza ecc…..

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E, a proposito della bella stagione che si avvicina, ora parliamo di cose leggere, veloci e buone da mangiare. Qui ormai vado ogni giorno a fare la spesa ai mercati rionali che sono uno spettacolo di colori, di profumi e soprattutto di prodotti freschi. E’ già tempo di zucchine romanesche qui e ricche di fiori bellissimi. Queste zucchine sono tenerissime, saporite e facili da cucinare. Basta solo aggiungere un filo d’olio, una cipolla fresca, un pò di acqua ed è pronto un bel condimento per qualsiasi pasta. Io ho scelto degli scialatielli. Ecco qua la ricetta….

Scialatielli con zucchine romanesche e fiori freschi

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(per due persone)

- 4 zucchine romanesche con i loro fiori

- una cipolla bianca fresca

- due cucchiai di olio extravergine di oliva

- 120 g di scialatielli

- prezzemolo fresco

In una pentola bassa versare l’olio e la cipolla affettata con le zucchine lavate e tagliate a rondelle.

Tenere da parte i fiori.

Soffriggere per un pò e coprire di acqua calda. Salare e portare a cottura. Le zucchine romanesche sono tenere e cuociono presto. Quando pensate che manchi almeno un minuto per completare la cottura, aggiungere i fiori. Quando saranno appassiti, spegnere.

Lessare gli scialatielli in acqua salata bollente. Scolare e mescolare la pasta alle zucchine. aggiungere del prezzemolo fresco, ancora un filo d’olio crudo e servire.

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11 maggio 2015

La mia Irlanda

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Ho rubato più di 700 foto e son tornata.
E ora le lascio scorrere e scorrere sullo schermo e, chiudendo gli occhi per un momento, immagino e sogno di essere ancora li. Le foto, i video girati lungo le strade, gli appunti presi. Troppo poco un post, due post sul mio blog per poter raccontare. E allora, ho deciso di raccontare con l’ausilio delle immagini, tante immagini, quello che ho vissuto.
Ho desiderato tanto andare in Irlanda e, quasi per caso, ci sono andata. Ho rimandato sempre perché volevo avere a disposizione un bel po’ di giorni per andarci e viverla con calma. Lo scorso ottobre ho  dovuto rimandare per un impegno improvviso un viaggio in Marocco e  al momento di  riutilizzare il biglietto istintivamente ho  deciso di cambiare oltre alla data anche la destinazione e così … è arrivata lei nei miei pensieri. Si va in Irlanda. A fine aprile.  Ma almeno per 8 giorni.  Presa la decisione, chiuso il cassetto e rimandato il piano di viaggio. Volevo avere tempo per sognare.
Ed eccoci qui, già con le valige pronte, sull’aereo in volo, in un cielo con davvero mille sfumature di grigio, che lasciano immaginare solo pioggia e buio sull’intera isola, con il cuore che batte a mille. Fra due ore e mezza toccherò finalmente la terra d’Irlanda.
HO sempre pensato, senza sapere perché, di aver vissuto qui, in qualche ipotetica vita precedente. E ho anche scoperto che questa sensazione è comune a molte persone. E ho anche capito che tanto si immagina sull’Irlanda, frutto di racconti e fiabe, di occhi sognanti che al ritorno dal viaggio parlano più delle parole.  E quando finalmente ci vai, vivi diverse sensazioni che vanno dalla delusione all’amore, passando per le tappe dello stupore.  Per spiegare quest’ultima affermazione ho bisogno di parlarvi del mio viaggio, giorno per giorno e farvi viaggiare con me.

Non potrò farlo qui, perchè del mio racconto sta venendo fuori quasi un libro, che magari potrà tornare utile a chi deciderà di andare e vivere il nostro stesso percorso.

Qui potrò solo dare un assaggio, lascio un appunto delle tappe e qualche foto. Seguirà un pdf da scaricare….

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1° giorno – Arrivo a Dublino con compagnia low cost. 2 ore 3 mezza di volo sorvolando nuvole dense e grigie. Ma di fronte a noi c’era un sole forte e grande emozione. All’arrivo piove ma non ci importa. Ritiriamo la macchia e comincia l’avventura della guida a sinistra. No problem, solo un livello di attenzione maggiore per le prime strade, poi ti abitui. Arrivo in un hotel fantastico, antica dimora immersa in un parco immenso. Stanchi ma felici, cena in camera, perchè è un pò tardi e primo incontro con salmone irlandese e soda bread.

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2° giorno – Approccio violento ma entusiasta con la tipica colazione irlandese. Convinta che la conoscenza di un luogo passa anche attraverso il cibo, mi tuffo serenamente in questa immensa quantità di grassi e colesterolo, ma mi sento felice. Dobbiamo affrontare un’intera giornata fuori, con un programma di massima abbastanza impegnativo. Quindi…..

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- direzione Trinity College.

‘The book of Kells’ e ‘The Long Room’. Mi viene da piangere per quanto sono contenta. Piove, ma a chi importa. Break in un pub per un caffè bollente e uno scones con uvetta, e poi ancora in giro e in giro.

‘Christ Church’ e Cattedrale di San Patrick

Cena a Temple Bar con musica irlandese e ritorno in albergo.

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3° giorno – Ancora Dublino. Visita a casa di James Joyce. Accidentaccio, arriviamo ma non è ancora aperta, ci sono orari affissi, incompatibili con i nostri tempi. Pazienza. ‘Porte chiuse, visita fatta’, come si dice da noi. Continuiamo il giro senza meta, per assaporare l’aria della città. Torniamo a prendere la macchina e via, per iniziare il nostro tour dell’Irlanda. Primo assaggio del verde, dei cieli e del mare.

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arrivo in serata al primo B&B di questo viaggio e……

continuo alla prossima puntata…..

baci

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