Che siano benedetti i quaderni di ricette delle nostre mamme. Sapete, di quelli dove quasi a caso vengono appuntate le ricette appena assaggiate delle amiche, della tv dopo averle provate, proprie per non dimenticarle ecc…. Quei quaderni dove le ricette sono scritte a mano, e che diventano preziose perchè portano con se tutto un bagaglio di ricordi legati alla calligrafia di chi ha preso appunti.
Quella scrittura che abbiamo cercato di imitare mille volte sui libretti delle assenze a scuola, che abbiamo memorizzato nei biglietti che ci hanno lasciato sempre sul comodino o sul tavolo, con gli ordini autorevoli delle cose da fare in loro assenza. Quelle lettere care che, oltre alle ricette, hanno anche scritto accanto, le poesie dell’asilo, perchè belle se dette da noi bambini o dai nostri figli. Meravigliosi quaderni dove, sulla pagina ancora bianca, aperta a caso, hanno lasciato anche pensieri, rubati dalla tv, perchè erano gli stessi di un’anima troppo timida per farli venir fuori come pensieri personali. E li stesso trovi anche le battute e gli scherzi di chi non c’è più, che ci faceva morire dalle risate ogni santa volta.
E sono mille le amiche che chiedono alla mia mamma, ‘mi dai la ricetta?’. E nasce così un viavai di bigliettini con elenchi di ingredienti appuntanti…. e al ‘ e mi dai anche quell’altra, dei ciucciarelli, della focaccia, della torta con le noci…’ ecc…. parte la mia idea di farne un libro. Si un libro da distribuire ad amici e parenti, quasi un ciclostile di una volta, come per dire, ‘tiè ecco, già pronto, sta qua…’.
Ma pensate che sia facile scrivere le ricette di una mamma? C’è una ‘relatività’ delle dosi, calcolate ‘ad occhio’, o a ‘quanto ne serve, o a ‘quanto ne porta’, terribilmente difficile da quantificare. E alla richiesta ‘mamma scusa, ma quanto è, un pò d’olio sul fondo? dimmelo a cucchiai almeno…’, la sua risposta scandalizzata è sempre ‘quanto ce ne vuole’. Ditemi voi se si può scrivere un libro di ricette così. A meno di chiamarlo ‘Ricette relative’ o ‘ricette a occhio’. Ma l’occhio, si sa, è il risultato non di un semplice corso, ma di una lenta, inflessibile, inesorabile educazione alimentare che inizia dall’infanzia, quando era lei che controllava e diceva basta. Educazione che ancora continua quando io, che per esigenze di ‘peso’, riduco le dosi dell’olio, lei fa il sorrisino dicendo, ‘ma di che sa una minestra se non metti abbondante olio? Poi dite che le cose che preparo io sono più buone, o che il risultato finale delle vostre non è uguale al mio, grazie, non mettete olio!’…
E starei qui a raccontarvi per ore aneddoti simili. Ma mi sa che li inserisco direttamente nella prefazione del libro, così da giustificarne il contenuto ….
Solo l’ultima… alla sezione dolci ci sono un’infinità di varianti dello stesso tipo di dolce. Pan di Spagna di Gina, Pan di Spagna di Franca…. ecc…. Solo ingredienti, niente procedimento, perchè quello è uguale per tutti. Mescolare tutto insieme. E oggi vi do un assaggio… E mi sa che ha sempre ragione lei.
Torta di mele e marmellata
- 260 g di farina 00 (00 l’ho aggiunto io, per lei è solo ‘farina’ e basta)
- 130 g di zucchero
- 3 uova
- 50 g di olio extravergine (lei mette anche olio di semi di arachidi, per me va bene anche il burro)
- la scorza grattugiata di un limone
- una bustina di lievito per dolci
-mezzo bicchiere di latte (variabile in realtà, perchè dipende anche dalle dimensioni delle uova che, se sono piccole, ne richiederanno un pò di più) Per intolleranti al lattosio si può sostituire con acqua.
- marmellata a piacere, ma fatta in casa e di consistenza non semiliquida (io ho messo la mia di melecotogne)
- una mela
Procedimento
MESCOLARE TUTTO INSIEME (meno marmellata e mela). Versare in una teglia da forno. Aiutandosi con un cucchiaino distribuire la marmellata qui e la. Sbucciare la mela e tagliarla a fettine che infilerete ‘in piedi’ se vi va in maniera simmetrica, a raggiera, o come volete. Infornare a 200° in forno statico per circa 20 minuti. Controllare la cottura infilando uno stuzzicadenti lontano da marmellata o mela. Quando lo stuzzicadenti ne esce asciutto e il colore in superficie è dorato è cotta. Quando si sarà intiepidita, spolverizzare di zucchero a velo vanigliato.