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Tempo lento, tempo per rilassare i muscoli e la testa, tempo dopo la corsa, tempo per riprendere respiro e ricominciare a correre. Ma più che a correre a riorganizzare la visione del mio futuro. E’ proprio vero che chi non riesce a trovarsi a suo agio nelle regole prestabilite vive alla continua ricerca del puzzle dove incastrare il proprio pezzo che sembra non voler, dover, combaciare mai con niente.
Quella sensazione di disagio che proviamo quando siamo in un posto, o in mezzo ad alcune persone. Quella certezza che stai continuando a parlare a te stesso o con te stesso in silenzio, anche se intorno c’è rumore o gente che parla, o amici o parenti che brindano con te e mangiano alla tua stessa tavola…. Quella nostalgia di un posto che vorresti vedere, o di un tempo che è passato e non ci sarà più. Quello sfasamento spaziotemporale che ti fa sentire sempre come su una sedia con una gamba più corta, che traballa e non ti fa rilassare.
Che significa tutto questo?
Che siamo sempre alla ricerca di un qualcosa che manco noi sappiamo, ma che ci sfugge, perchè si trasforma di continuo.
E lo cerchiamo nei libri, su uno spazio virtuale, negli occhi della gente che incontri, dentro lo schermo di una notte buia dove finalmente vedi i tuoi pensieri, ma che scompaiono con la luce del giorno. Ripensiamo alle scelte, alle rinunce, alle decisioni prese. Alle gioie che sono arrivate ma anche alle delusioni inaspettate. E immaginiamo l’effetto ‘sliding door’ che si trasforma sempre in un gioco, in una nuova storia, di cui non riesci mai a decidere la fine. E alla fine decidi che non c’è posto per i ripensamenti, ma per le nuove decisioni. La vita scorre, corre…. e sono tante le cose che hai sempre desiderato.
Ogni anno che inizia è colmo di buoni propositi. E di spirito volitivo e positivo. Il salto è vicino.
Ma per ri-cominciare a volare la prima cosa da fare è lasciare le nostalgie e le paure del passato. Sono solo zavorre per il nostro cuore.
E mettere avanti il piede per fare il primo passo….
Però oggi mi concedo ancora qualche vecchia foto e una ricetta datata ma sempre buona.
E oggi va così… viviamocela tutta questa nostalgia e poi basta.
Pennette al salmone e uova di aringa
(per due persone)
- due fette di salmone affumicato
- 200 g di pennette lisce
- due cucchiaini abbondanti di uova di aringa
- una cipolla
- tre cucchiai di olio extravergine di oliva
- una noce di burro
- 50 ml di latte
- pepe nero
- prezzemolo
- buccia grattugiata di mezzo limone
Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata.
In una padella far appassire la cipolla sminuzzata nel burro e nell’olio. Aggiungere il salmone tagliato a fettine e farlo cuocere lentamente. Aggiungere il latte e le uova di aringa. Far ridurre il latte fino a formare una cremina morbida. Grattugiare la scorza di limone e amalgamare. Scolare la pasta e versarla nella padella del salmone. Amalgamare il tutto e servire caldo con pepe nero macinato al momento e prezzemolo tritato.