Noci, il mio paese, è una ‘ridente’ località, dall’aria frizzantina, nata su una collina della Murgia. Qui le stagioni sono miti e dolce è passeggiare per le vie del paese e delle nostre campagne, in ogni tempo. Il mese di maggio è tutto dedicato alla Madonna, e in particolare alla Madonna della Croce a cui è dedicato un piccolo santuario distante un km dal centro abitato. Una Madonna molto amata e venerata perchè dispensatrice anche di miracoli, in particolare per i bambini che pativano di ernie. Quando ero bambina c’era un rito (il rito del ‘passa-passa’) che si svolgeva il tre di maggio, nel bosco adiacente la chiesetta, durante il quale i bambini venivano fatti passare per tre volte attraverso il ramo di un albero di quercia, tagliato per tutta la sua lunghezza. IN seguito, secondo la credenza, fede o superstizione, se il ramo avesse continuato a germogliare il bambino sarebbe guarito. Dopo questo rito, partiva la processione dei fedeli che tutti insieme ‘portavano’ il quadro della Madonna dal santuario alla Chiesa Madre. E per tutto il mese si ‘faceva il mese alla Madonna’ che consisteva nel seguire la messa all’alba, accompagnato magari dal mitico ‘fioretto delle ciliege’, terribile promessa di non assaggiare manco un frutto per atto di costrizione e devozione.
L’ultimo giorno del mese tutta la popolazione seguiva la processione al contrario, dalla Chiesa Madre fino al Santuario, respirando l’aria tiepida e profumata di rose. In particolare di una rosa color rosa, profumatissima, addossata ad una delle croci di pietra che si trovano lungo il percorso. Quando da bambina andavo ‘abbàsc à Madònn’ (giù alla Madonna) con mia madre, mia nonna e i miei fratelli, mi raccontavano che quella rosa è sempre stata li, e fiorisce per tutto l’anno, ed è sempre ricca e profumata come il mese di maggio.
La sera del 31 si organizzava una festa giù nel boschetto di lecci di questo Santuario. Ognuno portava con se tielle intere di melanzane ripiene, focaccia di patate con mortadella e provolone, verdure fresche per accompagnare, dette ‘u mischtùr’ e una buona bottiglia di vino.
Si organizzava il picnic in compagnia, si mangiava e si cantava tutti insieme in allegria, nel buio del boschetto e così si festeggiava la Madonna.
Nel corso del tempo questa usanza di è modificata di molto. Il boschetto è stato ceduto ad un privato, la festa si svolge sempre nel grande prato davanti alla chiesetta. Solo che le melanzane ripiene preparate in casa, hanno lasciato il posto ai panini con le salsicce, alle focacce delle bancarelle e l’aria che prima era piena di canti e risate della gente, ora è piena di canzoni di dvd venduti a poco e dal rumore dei gruppi elettrogeni degli ambulanti.
La devozione continua, sempre viva. I nocesi continuano a seguire la processione e a ritrovarsi giù tutti insieme, ma i profumi sono cambiati.
E qui, arriva la novità.
Nostalgica come sono delle cose buone e belle di una volta e degli incontri festosi, penso che bisognerebbe tornare almeno ….. alle melanzane ripiene fatte in casa.
E così, con gli amici dell’associazione NOCI MY DESTINATION, ci incontreremo tutti ‘ABBASC A’ MADONN’ con il nostro kit da degustare, completo di ‘melanzane ripiene, focaccia con mortadella e provolone e ciangiùff sbucciati e tagliati’. Invitiamo tutti a fare altrettanto. Chi sarà pigro o impossibilitato a preparare queste cose tradizionali, non dovrà preoccuparsi. CI PENSIAMO NOI. Tutti potranno acquistare il ticket per ritirare il kit, qui a Noci, presso l’Hotel Cavaliere entro il 28 maggio alle 13.
Per maggiori informazioni chiamate il num. 346.6339414
per la ricetta andare QUI
Non conosco la tua città, sono veneta, vengo da uno di quei paesini ai piedi delle Alpi... sono dovuta andarlo a cercare su google e sono rimasta incantata... case bianche, vicoli, piazzette... che meraviglia! Mi piacerebbe farci un giro, un giorno. Purtroppo non è questo il momento, e non potrò essere presente per il tuo delizioso evento...
RispondiEliminahttp://langolodellacasalinga.blogspot.it/
appena ci riesci a passare dalle mie parti avvisami e ti faccio assaggiare tutto della nostra terra.
EliminaCerto che anche dalle tue parti sarà meraviglioso!
un abbraccio
Anna
bella quest'iniziativa !Complimenti anche per l'impegno a tener viva questa tradizione con i suoi piatti e con i suoi profumi dimenticati.
RispondiEliminap.s ma i ciangiuff che sono?
saluti,peppe
Peppe, i ciangiùff sono i 'barattieri', dall'aspetto di meloncino e dal sapore di cetriolo annacquato.
EliminaOttimo ad ogni ora della giornata, perchè molto dissetante e poco calorico.
Noi lo utilizziamo per accompagnare tutto, meno i dolci.
vedi qua http://www.annathenice.com/2011/06/passeggiata-in-terronia.html
un abbraccio
Anna
Ciao Anna, è bello tener vive le nostre antiche tradizioni, sono parte di noi e non dovrebbero perdersi. Poi le "Marangiane chine" sono uno dei nostri piatti preferiti...deliziose! P.S. prima o poi verremo a visitare la tua bella Noci. Un abbraccio Dany&Lety
RispondiEliminaciao belle, chissà quando davvero verrete qui...
EliminaMa tanto noci è bella sempre.
un abbraccio
Che belli i tuoi ricordi di bambina, e il tuo desiderio di riassaporare quei sapori e quei profumi. Grazie per aver condiviso con noi.
RispondiEliminafelice giornata
amelie
grazie a voi perchè mi leggete, sennò con chi condividerei?
Eliminami mandi in privato la tua mail?
sono passata dal tuo blog e mi hai molto incuriosita.
La mia mail è annagentiledg@yahoo.it
a presto
Anna
Anna, come al solito, complimenti per il bellissimo post.
RispondiEliminaUna lettura in grado di stimolare in me un rimescolamento di ricordi legati a Santeramo in Colle, un'altra ridente località dall’aria frizzantina, adagiata su una collina della Murgia.
Complimenti soprattutto per la tua capacità di incidere nel segno della tradizione attraverso golose iniziative meritorie anche di essere portate ad esempio ovunque sia necessario stimolare la necessità di ritrovarsi ...nonostanti i tempi, i luoghi e i profumi siano cambiati.
BRAVA, BRAVA, BRAVA!
Grazie Donato,
RispondiEliminasono contenta che ti siano rimaste impresse tutte queste sensazioni gustose dei miei posti.
E d'altro canto, qua si parla di tradizioni si, ma che tradizioni... le melanzane ripiene che da sole, nelle mille varianti familiari, possono bastare per racconti di un libro.
Grazie per i tuoi complimenti
A presto