Tic Tac, Tic Tac, il tempo scorre. Va avanti, e il passato, con tutte le sue storie, i mille pensieri, i fiumi di parole, le fotografie, i quaderni di ricordi e tutte le cose che hai imparato e continui ad imparare, ha bisogno di uno spazio sempre più grande e diventa sempre più prezioso. Siamo quello che abbiamo vissuto. Ma quello che rende la nostra strada sempre più interessante e luminosa è la nostra instancabile curiosità. Guai a perderla. Guai a perdere la capacità di stupirsi, la voglia di conoscere cose nuove, la capacità di vedere nel nuovo una fonte infinita di energia. Guai a rimanere fermi sul divano o con la mente per un tempo più lungo di un momento di solo e sano riposo.
Mi volto per un istante e mi vedo, adolescente che correvo a maniche corte e pantaloncini per allenarmi in mezzo alla neve. Studentessa/lavoratrice che stanca del lavoro mi tuffavo tra i libri, avida di letteratura femminile del ‘900. E poi giovane innamorata, pronta a partire per raggiungere ovunque il mio amore. E poi mamma in corsa, ansiosa di essere presente nella vita dei figli piccoli, che rimandavo a dopo mezzanotte i lavori di casa, per portarli ovunque, al mare, in campagna a giocare con il pallone, in villa d’estate a mangiare il gelato.
E mi vedo ora. ancora a mezze maniche (ma non con i pantaloncini) che ancora farei il bagno nell’acqua gelida della primavera. Ancora ammaliata dalle parole di carta e dalle storie di donne di ogniddove e ognittempo. Ancora pronta a raggiungere mio marito ovunque, appena me lo chiede. E ancora e ancora mamma in corsa, forse ancora troppo ansiosa per i figli, che tento di tenere con un filo sempre più sottile, ora che è arrivato il momento che stanno andando via, con i lavori di casa sempre tanti, troppi per i miei tempi e i miei interessi da soddisfare intorno.
Cosa è cambiato in tutto questo tempo? solo qualche ruga. Ma gli occhi, dicono, sono sempre attenti e curiosi. Il cuore aperto. La mente anche. La voglia di sperimentare infinita. E la voglia di condividere tutto questo con chi passa di qui, immensa.
Grazie a tutti per aver festeggiato con me il mio compleanno. E’ stato un grande, grandissimo regalo.
E ora mangiamo la torta.
La torta del mio compleanno
1 pan di spagna (ricetta di Luca Montersino, vedi qui)
1 litro di latte intero
4 tuorli
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di farina
una tavoletta di ottimo cioccolato fondente
un limone
2 confezioni di Togo (biscotti ricoperti di cioccolato)
1 confezione di ciliegie candite
170 ml di liquore Strega
Preparare il Pan di Spagna seguendo le istruzioni di Montersino, che ho seguito io. Mentre cuoce, preparare la crema pasticcera. Mettere a riscaldare in una pentola il latte intero (magari anche quello di masseria). Sbucciate un limone facendo attenzione a non lasciare troppa buccia bianca, e mettetelo nel latte. Nel frattempo in una ciotola sbattere con una frusta i tuorli, la farina, lo zucchero e un mestolo di latte preso dalla pentola. Lavorare energicamente e quando il latte comincia a diventare caldo versarlo nella ciotola dove continuerete a girare con la frusta. Versate velocemente tutto il composto nella pentola e portare a cottura con un cucchiaio di legno che gira e gira. Eliminare la buccia del limone. Versare in un’altra ciotola un terzo della crema. Spezzettare il cioccolato fondente e versarlo nella pentola. Girare finchè il cioccolato si sarà sciolto tutto. Tagliare il pan di Spagna in tre dischi. In un bicchiere mescolare il liquore e la stessa quantità di acqua. Bagnare con questa bagna tutti i dischi di pan di spagna. Versare metà della crema al cioccolato sul primo disco. Coprire con il secondo. Versare la crema pasticcera bianca. Coprire con il terzo strato. Versare tutto il resto della crema al cioccolato e livellare. Tutto intorno alla circonferenza della torta disporre i togo, lasciandoli un pò distanziati. Decorare con le ciliege candite.