Sono stata a Parigi. E’ la quarta volta che ci vado, sempre molto volentieri, per godermi qualche giorno con il mio amore, per respirare l’aria di questa città che, a dispetto di tutto, è terribilmente charmant.
Appena arrivati ci si lascia prendere dai profumi, dai sapori e, soprattutto, dalla luce del posto. Nasce prepotente il desiderio di trasferirsi in questo posto magico, dove tutto è così raffinato, delicato, quasi rosa. Abitini leggerissimi, scarpette bassissime e passi leggeri, capelli biondini e labbra rosa. Parole sussurrate e sorrisi appena accennati, persino la spesa è raffinata, solo una baguette da sbocconcellare piano.
Vuoi mettere la delicatezza con cui i camerieri alle 11 di mattina ti dicono che è tardi per fare ‘petit dejeuner’ e che a quell’ora non c’è più nemmeno un piccolo croissant anche solo per farti contenta e sorridono molto raffinatamente dispiaciuti. Vuoi mettere, le risate delicate dei bambini che giocano nei giardini del Luxembourg, che si arrampicano su strutture incredibili e alte e non urlano mai e non si spingono mai e non cadono mai.
Appena arrivati ci si lascia prendere dai profumi, dai sapori e, soprattutto, dalla luce del posto. Nasce prepotente il desiderio di trasferirsi in questo posto magico, dove tutto è così raffinato, delicato, quasi rosa. Abitini leggerissimi, scarpette bassissime e passi leggeri, capelli biondini e labbra rosa. Parole sussurrate e sorrisi appena accennati, persino la spesa è raffinata, solo una baguette da sbocconcellare piano.
Vuoi mettere la delicatezza con cui i camerieri alle 11 di mattina ti dicono che è tardi per fare ‘petit dejeuner’ e che a quell’ora non c’è più nemmeno un piccolo croissant anche solo per farti contenta e sorridono molto raffinatamente dispiaciuti. Vuoi mettere, le risate delicate dei bambini che giocano nei giardini del Luxembourg, che si arrampicano su strutture incredibili e alte e non urlano mai e non si spingono mai e non cadono mai.
Vuoi mettere le mille luci intermittenti della Tour Eiffel alle due di notte ti sorprendono all’improvviso e sembra che lo facciano solo per te…
E il mercatino indipendente della poesia dove ci rimarresti per giorni e giorni a parlare con persone interessantissime se solo non si ostinassero a parlare solo francese…
E il mercatino indipendente della poesia dove ci rimarresti per giorni e giorni a parlare con persone interessantissime se solo non si ostinassero a parlare solo francese…
E il fascino puro di un raffinatissimo ristorante indiano dove ti senti inebriata dai profumi delle spezie, delle candele, da una sensualissima musica, dall’ottimo cibo servito con un inchino e, infine, da un dono che ti fa sentire una principessa, un profumato bracciale fatto di fiori freschi d’arancio, offerto con il più languido dei sorrisi.…….
Poi arrivata al terzo giorno pensi che forse sarebbe un po’ difficile ambientarti in un posto così, dove dietro ai gentili sorrisi si celano impazienza e fastidio se non parli francese e hai bisogno di farti ripetere la spiegazione del menù.
Dove appena ti riconoscono come italiano pensano di vendicarsi delle sconfitte subite ai mondiali e agli europei di calcio, facendo facili e idiote battute su ‘Materassì’ (e lì gli ricordi comunque il 2 a 0, così schiattano).
Dove sotto la tour Eiffel ne pas possible fermèe un tassì anche se hai le bolle sotto i piedi perché devi andare nelle soste indicate (che non sai dove sono, e anche se lo sai sono sempre lontanissime, li mortè).
Dove ti senti sempre ‘così volgare’, come dice Fiorello, perché hai i capelli ricci e loro sempre lisci e fini e raffinati, perché tu hai la 46/48 e loro sono tutti magri come baguette, perché ti viene da ridere forte e non puoi, perché vuoi parlare ad alta voce e non puoi, perché vorresti scuotere per una volta una bambino e vedere se urla come i nostri e non puoi, perché vorresti dire quando venite in Italia noi la colazione ve la diamo anche a mezzanotte e non puoi.
E allora ti prende la sensazione di intensa e immensa felicità perché stai per tornare in Italia, bella dappertutto ma soprattutto a casa tua in Puglia, dove il profumo del pane cotto nel forno a legna e delle friselle condite con l’olio fatto lo scorso inverno con le tue olive e i pomodorini dell’orto del contadino non hanno niente a che vedere con l’anoressica baguette adatta al raffinato sole di Francia.
Il mio sole è forte e caldo e illumina di luce immensa la mia terra marrone e piena di pietre e alberi di ulivo. Dove nei pomeriggi d’estate puoi scegliere se far dormire i bambini al fresco fino alle 4 e poi portarli sotto gli alberi della piazza a mangiare un gelato crema cioccolato doppia panna o andare al mare e goderti l’aria calda e morbida del tramonto e infine mangiare ricci e triglie fritte, nella carta oleata sugli scogli e rimanere così, in silenzio, ad ascoltare il mare e il suo profumo e sentire sul tuo corpo le carezze di un leggero vento di mare.
E li, in questa terra generosa e forte di emozioni, ti senti davvero regina.
Dove appena ti riconoscono come italiano pensano di vendicarsi delle sconfitte subite ai mondiali e agli europei di calcio, facendo facili e idiote battute su ‘Materassì’ (e lì gli ricordi comunque il 2 a 0, così schiattano).
Dove sotto la tour Eiffel ne pas possible fermèe un tassì anche se hai le bolle sotto i piedi perché devi andare nelle soste indicate (che non sai dove sono, e anche se lo sai sono sempre lontanissime, li mortè).
Dove ti senti sempre ‘così volgare’, come dice Fiorello, perché hai i capelli ricci e loro sempre lisci e fini e raffinati, perché tu hai la 46/48 e loro sono tutti magri come baguette, perché ti viene da ridere forte e non puoi, perché vuoi parlare ad alta voce e non puoi, perché vorresti scuotere per una volta una bambino e vedere se urla come i nostri e non puoi, perché vorresti dire quando venite in Italia noi la colazione ve la diamo anche a mezzanotte e non puoi.
E allora ti prende la sensazione di intensa e immensa felicità perché stai per tornare in Italia, bella dappertutto ma soprattutto a casa tua in Puglia, dove il profumo del pane cotto nel forno a legna e delle friselle condite con l’olio fatto lo scorso inverno con le tue olive e i pomodorini dell’orto del contadino non hanno niente a che vedere con l’anoressica baguette adatta al raffinato sole di Francia.
Il mio sole è forte e caldo e illumina di luce immensa la mia terra marrone e piena di pietre e alberi di ulivo. Dove nei pomeriggi d’estate puoi scegliere se far dormire i bambini al fresco fino alle 4 e poi portarli sotto gli alberi della piazza a mangiare un gelato crema cioccolato doppia panna o andare al mare e goderti l’aria calda e morbida del tramonto e infine mangiare ricci e triglie fritte, nella carta oleata sugli scogli e rimanere così, in silenzio, ad ascoltare il mare e il suo profumo e sentire sul tuo corpo le carezze di un leggero vento di mare.
E li, in questa terra generosa e forte di emozioni, ti senti davvero regina.
giusto per avere un'idea ....
Anna the nice, your photo with bread, tomatos and oil is beautifull.
RispondiEliminawhen you go at home, can I have just a littel bit? not the photo, but the truebread, tomatos and oil.
Good bye
Elimina- Nhạc Thành, ngươi trở về rồi sao, mọi chuyện đã xử lý tốt chưa?
Chu Hàm hỏi Nhạc Thành.
- Đã đồng tâm
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chém giótrở về rồi tam tiểu thư, mọi chuyện ta đã xử lý tốt.
Nhạc Thành quay lại nói với nàng ta.
- Nhạc Thành, ngươi nói tỷ tỷ của ta đính hôn, ta gửi cái gì thì tốt, tỷ tỷ của ta mặc dù rất hung dữ nhưng cũng thích hư vinh, sau khi nhị ca qua đời, tỷ ấy đối với ta cũng không tệ.
Chu Hàm cất tiếng nói với Nhạc Thành, thoạt nhìn nàng có vẻ ngang ngược kiêu ngạo nhưng hiện tại không còn nữa.
- Tam tiểu thư, tại hạ nghĩ tùy tiện gửi thứ gì cũng được, dù sao chuyện này lão gia cũng sẽ sắp xếp, dĩ nhiên là không làm Chu gia mất mặt.
Nhạc Thành cất tiếng nói.
- Đúng thế.
cara anna, ripercorro i tuoi primi passi...e mi meraviglio di vedere un solo commento....
RispondiEliminasai ho vissuto a parigi due anni da bambina ..avevo 11 anni e ricordo bene le lacrime di mia mamma che si sentiva umiiata dai panettieri che alla sua impacciata richiesta di pane (non aveva certo l'accento parigino...) guardavano oltre chiedendo " la suivante?".. tanto che si iscrisse alla'alliance francaise e imparò anche un po' di argot.... abbiamo vissuto 8 anni in francia e malgré tout sono riuiscita alla fine a darle un gran posto nel mio cuore.
L'accoglienza non è certo il loro forte!
sorrido Anna, leggendo le tue impressioni, confrontandole con le mie. simili in tante cose. e penso che parigi lo sa, che l'italiano è più fortunato. e si sta un pochino ammorbidendo. undici anni fa ho incontrato persone molto più maleducate. noi piacciamo loro, controvoglia ma piacciamo.
RispondiEliminaSo' francesi.... e ho detto tutto !!!! :-))))
RispondiEliminaGrande Anna: esattamente quello che ho provato io tanti anni fa quando andai in gita scolastica.
p.s.: e se, per vendetta, gli mandassimo i Vanzina con tutto il cast di uno dei loro film ? Altro che Nanni Moretti :-D
ahahah!!!! Anna sei una forza!!! Anche io ci sono stata a Parigi, non mi ricordo nemmeno piu' quante volte.....5..6...7...boh! Da ragazza quando suonavo e in tempi piu' recenti due anni fa nel periodo natalizio....in mezzo ai Gargoiles mentre iniziava a nevicare e dall'alto vedevamo il traffico che si bloccava e allora ho pensato, ah ma allora anche qua il traffico va in tilt!! E il giorno dopo sull'Arco di trionfo in una splendida giornata, e da lontano abbiamo visto la Defense con i suoi palazzi di specchi che raddoppiavano tutto il cielo intorno e nella piazza le bancarelle che profumavano di spezie, di vin brulè. E la bellissima cupola di Montmartre, con la collina sommersa dalla neve che brillava sotto i raggi del sole, sotto un celeste cosi celeste che sembrava finto! A cercare con Alice il bar dove avevano girato il film Il fantastico mondo di Ameliè.. e i pittori nella piazzetta che facevano tanto atmosfera Bohemien.... e da quella splendida collina, guardare da lontano la Tour Eiffel e tutti i camini che fumavano. E da quello sguardo che si perdeva all'orizzonte al cantarmi "Nei cieli biiiigi , guardo fumar dai milleeee comignoli Parigiiii" il passo è stato breve, anzi, inesistente!! L'ho vista in tutte le stagioni, con tutti i suoi colori,profumi e sfumature..... l'ho amata con gli occhi e il cuore della turista. Il primo giorno dicevo, mi piacerebbe vivere qui...ma poi il tempo passava e mi scontravo come te con la realtà e allora ero ben felice di ritornare nella mio paese.....ecco le mie emozioni parigine.... e ne avrei altre ma sono "ospite" in casa tua e non voglio monopolizzare tempo e spazi..... hai reso bene l'idea i quello che è l'emozione iniziale del trovarsi in un paese straniero e poi la voglia di tornare a casa propria perché...l'erba del vicino non sempre è piu' verde! Ciao riccioluto e biondo splendore! un abbraccione !!!
RispondiEliminaantonella, leggo solo ora il tuo commento e anche per caso, perchè le notifiche sicuramente erano finite nello spam.
RispondiEliminaChe bello leggerti.
grazie di questo splendido ricordo che hai condiviso.
E poi non temere, a casa mia puoi scrivere finchè vuoi
un abbraccio